IL RICONOSCIMENTO FACCIALE TRA SERVIZI E INTRATTENIMENTO

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Il sistema “facial recognition”, spesso utilizzato per i servizi al cittadino, ha preso piede anche nelle modalità connesse al gioco e all’intrattenimento, soprattutto in versione online, come confermano le varie proposte e implementazioni di settore, dai games al poker

La ricognizione facciale, ormai da qualche tempo, è un sistema ampiamente utilizzato nel campo della fornitura di servizi pubblici: un’opzione spesso chiamata in causa per quanto riguarda la tutela della privacy – connessa a una discussa profilazione dell’utente ai fini del marketing -, ma già sperimentata praticamente in tutto il mondo.

Recenti esperienze, come quella di Singapore, si sono evolute rispetto alla questione della privatezza delle informazioni, con l’introduzione di una opzione di verifica che, dietro consenso dell’interessato, può svolgere le funzioni di un vero e proprio documento di identità.

Del resto però, già da qualche anno, si parla della “facial recognition” anche nell’ampio campo dell’entertainment. Infatti, oltre al mondo dei servizi, questa discussa tecnologia ha inglobato – da tempo – anche l’universo del gioco e dell’interazione ludica online.

Ne sono un esempio l’esperienza canadese –  per quanto riguarda l’individuazione di soggetti affetti da ludopatia -, ma anche quella neozelandese di “SkyCity” di Auckland.

Il poker in particolare è stato investito dalle tendenze di questa nuova tecnologia.

La solidarietà degli appassionati della disciplina, in questo senso, è stata del resto piuttosto positiva, visto che la risposta al sondaggio di recente lanciato da Rob Yong (nientemeno che il proprietario del Dusk Till Dawn Casino di Nottingham e partner di PartyPoker) ha registrato oltre l’80 per cento di risposte favorevoli all’introduzione del sistema di ricognizione facciale all’interno delle poker room, attivo al momento dell’ingresso nel proprio account e – a random-, in occasione di un eventuale premio derivante da un torneo .

Non si sa se la proposta di Yong sarà applicata nelle migliori poker room online, ma vero è che già in altre parti del mondo si sta parlando di questo tipo di applicazione, anche in sede fisica: lo conferma l’esperienza dell’Australia, con la proposta dell’alto ministro del Gabinetto Dominello, fautore anche del gioco cashless – ovvero senza denaro contante – per quanto concerne gli apparecchi di poker e slot.

Attuali sono del resto anche le misure obbligatorie da parte della Cina rispetto alla fruizione dei videogames online, ora accessibili ai minori solo dietro esibizione di documento d’identità e riconoscimento facciale. Un’esperienza già applicata, da tempo, da giochi come “Honor of Things” di Tencent, visto anche l’ampio pubblico di giovanissimi appassionati del game.

Non mancano comunque, come anticipato, le criticità rispetto a questo tipo di approccio, con tanto di proteste strutturate in tal senso. Un esempio su tutti: di recente Facebook ha deciso di pagare 600 milioni di euro a seguito di una class-action nata nell’Illinois, dovuta alla violazione di una legge statale che richiede il consenso dell’utente per la raccolta di impronte e dati biometrici.

Nel frattempo, però, si sperimentano nuove soluzioni: da Amazon One, ad esempio, viene la proposta di pagare attraverso il palmo della mano: si tratta di un’opzione, almeno allo stato attuale, ritenuta più sicura rispetto a quella della ricognizione facciale.

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